E’ polemica: il ddl intercettazioni è nel mirino. Wikipedia chiude per colpa del comma 29 del disegno di legge. La versione italiana della più famosa enciclopedia online del mondo è in sciopero. Come se non bastasse, l’abbandono della relatricie Giulia Bongiorno ha avvelenato ancora di più le polemiche. La spaccatura che si sta allargando nella rete si sta riverberando nellle istituzioni.
Presidente della commissione Giustizia alla Camera, Giulia Bongiorno si è dimessa. Le dimissioni della Bongiorno rappresentano una protesta contro l’emendamento del Pdl, il quale vuole proibire la pubblicazione delle intercettazioni. Secondo la Bongiorno, il ddl intercettazioni “è una legge che preclude la possibilità di dare notizie dilatando a dismisura i tempi di pubblicazione. Ci sono voluti due anni per arrivare a un accordo condiviso e adesso, allo schioccare di dita del premier, quell’accordo è saltato. La legge così è inaccettabile”.
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Alla protesta di Wikipedia si sono uniti Facebook e Twitter, in straordinario fermento dopo la clamorosa decisione di Wikipedia Italia di chiudere i battenti. La chiusura di Wikipedia fa sembrare la recentissima polemica fra Vasco Rossi e Nonciclopedia un semplice schiamazzo da pollaio. La situazione è qui ben più seria: si tratta di un braccio di ferro fra il governo italiano e il sito che è considerato, nel bene e nel male, la più grande fonte di informazioni online.
Questo il testo del famigerato comma del ddl intercettazioni, l’odiato comma 29:”Per i siti informatici, ivi compresi i giornali quotidiani e periodici diffusi per via telematica, le dichiarazioni o le rettifiche sono pubblicate, entro quarantotto ore dalla richiesta, con le stesse caratteristiche grafiche, la stessa metodologia di accesso al sito e la stessa visibilità della notizia cui si riferiscono”.
Un obbligo che di rettifica che è uno schiaffo alla verità e alla realtà dei fatti. La rettifica è obbigatoria, non si entra nel merito della questione, non si deve stabilire chi ha torto o chi ha ragione. Se qualcuno protesta, la rettifica va fatta, anche se l’articolo di blog, la voce di Wikipedia o l’opinione di un sito di informazione, sono fondatissimi e documentati.